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01-Introduzione |
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Nella precedente lezione, abbiamo già accennato alle funzioni del sistema operativo, e
all’esistenza di molti e diversi sistemi operativi. In questa lezione passeremo brevemente in rassegna,
alcuni sistemi operativi che è bene conoscere, e ci soffermeremo poi su alcune caratteristiche
fondamentali del sistema operativo al momento più diffuso, Microsoft Windows.
Alcuni fra i principali sistemi operativi
CP/M: Uno dei primi sistemi operativi per personal computer, il CP/M (Control Program for
Microcomputers) è stato creato dalla Digital Research Corporation (e in particolare da Gary Kildall). Si
tratta di un sistema operativo a caratteri, ormai obsoleto.
DOS: Acronimo di Disk Operating System. Il termine è generico, ma viene in genere
utilizzato con riferimento al MS-DOS, il DOS sviluppato dalla Microsoft per l’IBM, che lo adottò nelle
prime generazioni dei suoi personal computer. Si tratta di un sistema operativo a caratteri, che ha
conosciuto numerose versioni, progressivamente più complesse e potenti, nel corso della seconda
metà degli anni ’80 e della prima metà degli anni ’90. E’ considerato oggi superato, sia per l’avvento
dei sistemi operativi grafici come Windows, MAC OS o OS/2, sia per il fatto di non permettere, nelle
sue versioni di base, l’utilizzazione contemporanea da parte di più utenti (multiutenza) e
l’utilizzazione contemporanea di più programmi (multitasking). Alcuni fra i principali comandi del DOS
sono presentati in un’altra delle schede di approfondimento inserite in questo capitolo.
Figura 1 - Un'immagine... storica: il prompt del DOS
UNIX: Sistema operativo a caratteri sviluppato nei laboratori della Bell attorno alla metà
degli anni ’70, lo UNIX nasce come sistema operativo modulare e flessibile rivolto soprattutto
all’utilizzazione da parte di programmatori professionisti (in effetti, imparare a muoversi in un
ambiente UNIX può essere tutt’altro che facile per i non specialisti). Pur essendo un sistema
operativo a caratteri, le sue capacità di multitasking e multiutenza, la sua concezione modulare e
l’utilizzazione diretta di un linguaggio di programmazione particolarmente potente, il C, lo rendono
tuttora assai diffuso, anche se in genere a livello di workstation, ovvero di sistemi più potenti dei
personal computer casalinghi. Negli ultimi anni, tuttavia, ha raggiunto una notevole diffusione una
versione ‘popolare’ di UNIX denominata Linux, realizzata per iniziativa del programmatore Linus
Torvalds, distribuita gratuitamente e capace di girare su molte piattaforme diverse (inclusi i normali
PC IBM compatibili).
Molte implementazioni di UNIX, compreso Linux, possono costituire la base sulla quale far
girare un sistema operativo grafico evoluto denominato X Windows.
Microsoft Windows: Diffusissima famiglia di sistemi operativi grafici sviluppati nel corso degli
anni dalla Microsoft, basati su un ‘piano di lavoro’ (desktop) organizzato in ‘finestre’ (windows)
all’interno delle quali aprire programmi e conservare oggetti e documenti. Al momento, circa l’80% dei
personal computer adotta un sistema operativo Microsoft Windows.
Fra le principali ‘versioni’ di Windows, ricordiamo l’ormai superato Windows 3.1 (con la sua
variante Windows for Workgroups, capace di gestire la multiutenza), e i più recenti Windows 95 e
Windows 98. Windows 98 è fortemente integrato con Internet, anche attraverso la trasformazione dei
programmi di navigazione in componenti del sistema operativo. Quest’ultima scelta ha determinato
un ricorso contro la Microsoft per violazione delle norme sulla libera concorrenza, dato che un utente
di Windows ’98 si troverà automaticamente ad utilizzare per la navigazione in rete i programmi forniti
dalla Microsoft stessa insieme al sistema operativo.
La versione ‘professionale’ di Windows, inizialmente battezzata Windows NT, è giunta
recentemente alla quinta versione, denominata Windows 2000. Windows 2000 permette di creare reti
di computer che sfruttano al loro interno i protocolli e gli strumenti di comunicazione di Internet, e
può gestire la multiutenza in maniera assai sofisticata, dividendo gli utenti in categorie con diritti
d’accesso diversi alle risorse del sistema. Di Windows esiste anche una versione ‘ridotta’ adatta a
computer palmari e dispositivi quali autoradio e telefoni cellulari, denominata Windows CE.
MAC OS: Il sistema operativo adottato dai computer Macintosh è stato il primo esempio
di sistema operativo grafico a conoscere una larga diffusione a livello di personal computer, ben
prima che la Microsoft distribuisse le prime versioni di Windows. Le soluzioni tecniche adottate dal
MAC OS sono state sempre all’avanguardia, soprattutto nel campo della facilità d’uso della interfaccia
utente, e sono state premiate da una larga diffusione dei Macintosh in settori ‘di punta’ come quello
della grafica professionale. Tuttavia, il gap di diffusione fra il numero dei computer Macintosh e
quello, ben maggiore, dei computer IBM compatibili basati su versioni del sistema operativo Windows
è andato crescendo negli ultimi anni. Al momento in cui scriviamo, l’ultima versione del MAC OS è la
numero 9, caratterizzata da una forte integrazione con Internet.
OS/2: Sistema operativo grafico sviluppato a partire dalla fine dagli anni ‘80 dall’IBM,
all’inizio in collaborazione, ma ben presto in concorrenza con i sistemi Microsoft Windows.
Nonostante le sue avanzate caratteristiche tecnologiche, il predominio di fatto della Microsoft nel
settore del software ha fatto sì che la maggior parte degli utenti OS/2 finisse comunque per
utilizzarlo come una sorta di ‘emulatore’ di Windows, facendovi girare gli stessi programmi
normalmente utilizzati sul sistema operativo della Microsoft. Come è facile capire, questa situazione
ha finito per relegare in secondo piano i punti di forza specifici di OS/2, e in ultima analisi per indurre
la maggior parte dei suoi utenti a tornare direttamente ai sistemi operativi della famiglia Windows.
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03- La storia di Windows |
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Era il novembre 1985 quando la Microsoft, come risultato di un progetto di studio iniziato
nel 1982 e indubbiamente influenzato dalle interfacce realizzate dalla Apple prima per l’Apple Lisa e
poi per il Macintosh, distribuì la prima versione di Windows, la 1.0. In Windows 1.0 le finestre si
potevano affiancare come schede del domino, ma non sovrapporre. È solo con Windows 2.0, uscito
nel novembre 1987, che le finestre di Windows acquistano quest’ultima, fondamentale capacità, e
che compaiono elementi ormai familiari dell’interfaccia di Windows: le icone per rappresentare i file, i
menu, i box di dialogo. Windows 2.0 è anche il primo segnale del ‘divorzio’ fra Microsoft e IBM: con il
suo sviluppo, Microsoft abbandona infatti il progetto OS/2, che sarà portato avanti dalla sola IBM.
Windows 2.0 era nato per macchine basate sui processori Intel 8086 e 8088, quelli che
avevano dato vita alla ‘prima generazione’ di PC IBM e IBM-compatibili. Nel frattempo, però, erano
apparsi computer basati sui nuovi e più potenti processori 80236 e 80386; a Windows 2.0 si
affiancarono dunque versioni specifiche per il processore 286 (Windows 2.1) e 386 (Windows/386).
Nel maggio 1990, Windows 3.0 assorbì queste versioni, e aggiunse il supporto per il nuovo
processore 80486. Sfruttando le caratteristiche dei nuovi processori, Windows 3.0 acquistò la capacità
di gestire fini a 16 Mb di memoria: un notevole passo in avanti, rispetto al singolo megabyte che
poteva essere utilizzato dalle versioni 1.0 e 2.0. Anche l’interfaccia di Windows 3.0 fu completamente
ridisegnata, rendendola più piacevole e intuitiva. Lanciato con una presentazione in grande stile, al
City Center Theatre di New York, Windows 3 fu la prima versione del sistema operativo a icone della
Microsoft a conoscere una vasta diffusione, soprattutto grazie alle ulteriori caratteristiche introdotte
nell’aprile 1992 (Windows 3.1): caratteri scalabili, capacità sonore e musicali, moduli comuni per i
box di dialogo e per l’interfaccia con i programmi. Una specifica versione del sistema operativo,
denominata Windows for Workgroup o Windows 3.11, permetteva anche il supporto di reti di
computer.
Nel luglio 1993 era intanto nato Windows NT (New Technology), la versione ‘professionale’
del sistema operativo, basata su un’architettura a 32 bit. Fra le caratteristiche di Windows NT era la
capacità di gestire ‘nomi lunghi’ per i file: tutte le precedenti versioni di Windows avevano conservato
la limitazione a nomi lunghi 8 caratteri (più 3 caratteri di estensione) che era stata propria del DOS.
La vera diffusione di Windows NT inizia tuttavia solo l’anno successivo, con la versione 3.5.
Nell’agosto 1995, architettura a 32 bit e nomi lunghi arrivano anche nel mondo Windows
‘di base’, attraverso la nuova versione del sistema operativo. La Microsoft abbandona la ‘numerazione
progressiva’ delle versioni di Windows, e anziché chiamare Windows 4.0 la nuova versione, la
battezza Windows 95. Windows 95 rappresenta anche un’ulteriore sviluppo nell’interfaccia utente:
l’accesso ai principali programmi e alle principali funzionalità viene raggruppato in una serie di menu
a tendina accessibili attraverso il pulsante ‘Avvio’, posto in basso a sinistra sulla barra delle
applicazioni, mentre le capacità di supporto multimediale aumentano ulteriormente. Windows 95
costituisce inoltre un decisivo allontanamento dal DOS, del quale non vengono più utilizzati alcuni
moduli di base.
Nell’agosto 1996, l’interfaccia di Windows 95 arriva anche alla nuova versione di Windows
NT, la 4.0. Nel novembre dello stesso anno esce anche la prima versione di Windows per computer
palmari, denominata Windows CE 1.0. La versione 2.0 di Windows CE uscirà nel 1997.
Figura 2 - Un computer palmare con Windows CE
Il passo successivo nello sviluppo di Windows si ha nel giugno 1998: Windows 98 ha
un’interfaccia utente non troppo dissimile da quella di Windows 95, ma trasforma il supporto per
Internet in una componente essenziale del sistema operativo. Nonostante questa mossa fosse stata
preceduta (e seguita) da numerose cause giudiziarie nelle quali la Microsoft venne accusata di
comportamento monopolistico per aver abbinato sistema operativo e strumenti di navigazione in rete
(Microsoft Internet Explorer 4), Windows 98 è caratterizzato proprio dalla forte integrazione con
Explorer. Progressivamente, l’interfaccia utente del sistema operativo e l’interfaccia propria della
navigazione su Web tendono a integrarsi, e file e risorse presenti in rete divengono accessibili,
assieme a file e risorse locali, attraverso gli stessi strumenti del sistema operativo.
Questa tendenza è ulteriormente confermata dalla distribuzione, nel maggio 1999, della
seconda versione di Windows 98, abbinata a Internet Explorer 5. Nel frattempo, la Microsoft lavora
alla nuova versione di Windows NT, in distribuzione a partire dal 2000 con il nome di Windows 2000.
Windows, pur essendo abbastanza facile e intuitivo da utilizzare, è indubbiamente un sistema
operativo complesso, che permette di svolgere moltissimi compiti e moltissime operazioni diverse.
Riassumerne in poche parole le caratteristiche essenziali è dunque un’impresa abbastanza difficile.
Vogliamo provare a cimentarci nell’impresa, cercando di individuarne dieci ‘tratti distintivi’ (molti dei quali
sono del resto comuni alla maggior parte dei sistemi operativi grafici)?
Ebbene, facendo riferimento alle versioni di Windows più recenti disponibili nel momento in cui
scriviamo (Windows 98 e Windows 2000), possiamo forse dire che le dieci caratteristiche di base di
Windows, dal punto di vista dell’utente, sono: (1) uno spazio bidimensionale, o tavolo da lavoro
(desktop), all’interno del quale possono trovare posto (2) le piccole rappresentazioni grafiche, o icone,
che rappresentano dati e programmi. All’interno di questo spazio si muove anche il (3) puntatore del
mouse, utilizzato sia (con un singolo click) per selezionare le icone degli oggetti – dati e programmi – coi
quali lavorare, sia (doppio click) per aprirli. Il puntatore del mouse è utilizzato anche per trascinare e
appoggiare (drag and drop) gli oggetti con i quali si lavora: icone, finestre, ecc.; in questo caso, occorre
posizionare il puntatore del mouse sull’oggetto da trascinare, premere il tasto sinistro del mouse, e
tenerlo premuto spostando il mouse: l’oggetto trascinato seguirà i movimenti del puntatore, fino a
quando il tasto sinistro non viene rilasciato.
Figura 3 - Il desktop di Windows 2000, con icone e menu a cascata; al menu principale si accede dal pulsante Start, in basso a sinistra
I programmi vengono eseguiti all’interno di (4) finestre che possono essere sovrapposte,
ridimensionate, spostate, o accantonate temporaneamente sulla (5) barra delle applicazioni. La chiusura
di una finestra corrisponde di norma alla chiusura del relativo programma. Dell’interfaccia utente fanno
parte integrante (6) menu e (7) pulsanti (attivati attraverso un singolo click del mouse). Un pulsante
posto sulla barra delle applicazioni, detto (8) pulsante di avvio (Start), permette l’accesso a un menu
attraverso cui raggiungere tutti i principali programmi installati nel computer, e tutte le componenti
principali del sistema operativo. Fra di esse, occorre ricordare innanzitutto la (9) finestra esplora risorse,
che permette la gestione dei file e l’accesso a tutte le risorse del computer, in sede locale (dischi rigidi e
altre memorie di massa, stampanti…) e remota (rete locale e rete Internet). Sempre attraverso il menu
Start, o attraverso il tasto F1, è sempre disponibile (10) un sistema d’aiuto (Help) contestuale, che
sostituisce ormai i manuali del sistema operativo.
Figura 4 - La guida in linea (help) di Windows 98
Quello che abbiamo appena proposto è naturalmente un… compendio molto limitato (e certo troppo
veloce) di Windows. Possiamo forse aggiungere che ogni finestra è dotata di tre pulsanti posti
nell’angolo in alto a destra; il primo di essi serve per accantonare temporaneamente il programma
aperto, ‘appoggiandolo’ sulla barra delle applicazioni; il secondo serve a passare dalla finestra a tutto
schermo a una finestra più piccola, e viceversa; il terzo permette di chiudere la finestra (e il relativo
programma, se esso non ha altre finestre aperte). La barra superiore della finestra, sulla quale si trovano
i tre pulsanti appena ricordati, porta in genere il nome del programma che ha aperto la finestra, e – se la
finestra contiene un documento, testuale o di altro tipo – il nome di tale documento. Può essere
utilizzata, tramite il meccanismo del trascinamento, per spostare la finestra.
Figura 5 - I tre pulsanti presenti in alto a destra in ogni finestra di Windows. Servono, nell'ordine, ad accantonare, ridimensionare e chiudere la finestra
Sotto questa barra, la maggior parte delle finestre comprende una barra dei menu, attraverso cui
accedere ai menu a discesa che permettono di impartire al programma istruzioni e comandi, e una o più
barre dei pulsanti, attraverso i quali attivare direttamente i comandi di più frequente utilizzo. La
porzione principale della finestra è invece di norma ‘aperta’ sul documento sul quale si lavora (un testo,
un foglio di calcolo, un’immagine, un filmato…). Se la finestra non permette di visionare l’intero
documento, sul suo bordo destro (ed eventualmente anche su quello inferiore) sono poste delle barre di
scorrimento verticale e orizzontale. Si tratta di ‘binari’ lungo i quali si può muovere, trascinato attraverso
il puntatore del mouse, una sorta di piccolo ‘carrello’: allo spostamento del ‘carrello’ sui ‘binari’
corrisponderà un analogo spostamento virtuale della finestra lungo il documento che viene visionato.
Figura 6 - Windows: una barra di scorrimento orizzontale
Quando una finestra non è aperta a tutto schermo, trascinando col puntatore del mouse l’angolo in
basso a destra è possibile ridimensionarla a piacere.
Come si vede, Windows 98-2000 permette una interazione con l’utente basata su una serie
abbastanza complessa di strumenti grafici e di convenzioni; il tutto è però studiato per risultare il più
possibile naturale, simulando nello spazio bidimensionale dello schermo operazioni, come lo
spostamento di oggetti, che fanno parte della nostra normale esperienza quotidiana con il mondo fisico.
Ma su questi aspetti – e sul concetto di sistema operativo – avremo occasione di tornare più volte nei
prossimi capitoli. Quel che interessa, tuttavia, è sottolineare fin d’ora il rilievo teorico e culturale delle
scelte e delle ‘metafore’ alla base di ogni sistema operativo. Un sistema operativo, infatti, non è solo
una realizzazione ingegneristica, ma rispecchia in qualche misura la ‘filosofia’ che scegliamo di adottare
nel nostro rapporto con il computer: i tipi di compiti che ci interessa far svolgere alla macchina, le
preferenze degli utenti che con essa devono interagire, i modelli di comunicazione adottati. Bisogna
dunque guardarsi dal considerare il sistema operativo come una sorta di ‘dato’ tecnologico: esso è
piuttosto il risultato di un processo che ha sì aspetti tecnici e ingegneristici, ma anche fondamentali
aspetti culturali e comunicativi.
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04-Gli strumenti per la gestione dei file |
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Sappiamo già che il sistema operativo è senz’altro il più importante fra tutti i programmi, giacché è
quello che ci serve a comunicare col computer. Una delle funzioni più importanti del sistema operativo è
quella di permettere l’accesso ai documenti e ai file conservati dal nostro computer. Abbiamo visto che
questi documenti vengono conservati, a computer spento, sulle cosiddette memorie di massa: ad
esempio il disco rigido, o i floppy disk.
Ma come si fa per sapere cosa è conservato all’interno di un disco rigido o di un floppy disk? Come
si recuperano questi documenti? Come si può copiare un file, ad esempio, dal disco rigido a un floppy
disk, magari per conservarne una copia di sicurezza? E – tanto per cominciare – cos’è un file?
Nella sua accezione più generale, un file è un insieme di dati. Dato che stiamo parlando di computer, non
ci stupirà sapere che in questo caso si tratta di dati in formato digitale – cioè, di lunghe catene di ‘0’ e
‘1’. Questi dati possono essere di due tipi: documenti oppure programmi. Fra i documenti sono
naturalmente compresi i testi – ad esempio, una lettera scritta col nostro programma di videoscrittura
preferito – ma anche immagini, suoni, filmati: insomma, ogni tipo di informazione che possa essere
convertita in formato digitale e utilizzata dal computer.
I programmi, invece, sono insiemi di istruzioni che vengono eseguite dal computer, in genere per
permettere all’utente di compiere determinate operazioni. Parliamo così, ad esempio, di programmi di
videoscrittura, o programmi di disegno. Anche i programmi, nella forma in cui vengono utilizzati dal
computer, non sono altro che catene di ‘0’ e ‘1’, e sono dunque dei file. Solo che in questo caso, anziché
documenti, le catene di ‘0’ e ‘1’ codificano, appunto, istruzioni.
Documenti e programmi sono dunque conservati dal computer come file. Ma non ci sarà il rischio,
conservando allo stesso modo tante informazioni diverse, di fare una grande confusione? Come fare,
insomma, per ordinare e organizzare tutti i nostri file?
Si tratta di un problema tutt’altro che facile, anche perché i documenti e i programmi conservati dal
computer sono in genere assai numerosi. Accanto ai documenti creati volontariamente dall’utente,
infatti, ve ne sono molti altri che sono creati autonomamente e per così dire ‘a nostra insaputa’ dal
computer: registrazioni dell’andamento di particolari attività, informazioni sulla configurazione dei
dispositivi e dei programmi, documenti temporanei che tengono traccia del lavoro che stiamo facendo, e
così via. Come si è detto, sia i documenti che creiamo volontariamente, sia quelli creati
automaticamente dal sistema operativo e dai programmi che utilizziamo, sia infine i programmi stessi
(composti spesso da più moduli indipendenti), sono dei file: unità informative autonome, di ciascuna
delle quali il computer deve conoscere l’esatta collocazione in memoria, le dimensioni, le caratteristiche.
Possiamo pensare al concetto di file come a un estensione del concetto di documento: tutti i documenti
conservati sul disco rigido di un computer sono file, e sono file anche i programmi utilizzati per lavorare
su quei documenti.
Ma al computer non basta sapere quali file siano conservati su una certa memoria di massa (ad
esempio su un disco rigido). Il computer deve essere anche in grado di organizzare questi file, su
indicazione dell’utente, in maniera tale da permetterne il facile reperimento. Deve essere in grado di
copiarli da una memoria di massa all’altra, per garantire la sicurezza dei dati o anche semplicemente il
loro spostamento da un computer all’altro. Deve essere in grado di tener traccia e di visualizzare
informazioni quali il nome o la data di creazione di un determinato file, le sue dimensioni, e – se si
tratta di un documento – il programma che è servito a crearlo.
A queste operazioni – e a numerose altre – provvede appunto il filing system, il sistema di
gestione dei file. In genere, l’utente ha accesso al filing system attraverso un apposito programma, che
consente di visualizzare con facilità la struttura usata per ordinare i file all’interno del disco rigido e delle
altre memorie di massa disponibili, di reperire i singoli file, copiarli, spostarli, modificarne il nome,
lanciare automaticamente l’applicazione utilizzata per crearli, in modo da visualizzarne il contenuto,
cancellarli, e così via.
Normalmente, i file vengono conservati sul disco rigido organizzati in cartelle e sottocartelle
(directory e subdirectory), in maniera non troppo diversa da quella usata per conservare i documenti di
un archivio (armadi che contengono raccoglitori divisi in cartelle, magari a loro volta divise in fascicoli…).
Ad esempio, una lettera al condominio potrebbe trovar posto nella cartella ‘documenti’, sottocartella
‘casa’, sotto-sottocartella ‘condominio’. L’organizzazione di questo sistema gerarchico di classificazione
dipende a volte da noi (che potremo creare la struttura di cartelle e sottocartelle più adatta per i nostri
scopi), a volte dai programmi che usiamo e dallo stesso sistema operativo (che conservano anch’essi in
maniera ordinata i file di loro più diretta pertinenza, a cominciare da quelli generati automaticamente al
momento dell’installazione o nel corso del lavoro).
Ma come funziona, concretamente, un filing system, e soprattutto: come fa l’utente a utilizzarlo? In
genere, tutti i sistemi operativi dispongono di uno strumento specifico per la gestione dei file: un
programma che permette di visualizzare (e, volendo, di modificare) la struttura di cartelle e sottocartelle
presente nel disco rigido e nelle altre memorie di massa, e di visualizzare (e modificare) l’elenco dei
singoli file contenuti in ciascuna di queste cartelle. In Windows ’98, questo strumento si chiama esplora
risorse. Nell’immagine che segue ne vedete una schermata.
Figura 7 - Esplora risorse, lo strumento di gestione dei file in Windows 98 e 2000
Nella colonna di sinistra, troverete, organizzate in verticale, tutte le risorse accessibili dal computer,
comprese tutte le memorie di massa disponibili. Ciascuna di esse può essere ‘aperta’ rivelando, ad
esempio, la struttura di cartelle e sottocartelle – ovvero directory e sottodirectory – presente nel disco
rigido del computer.
Nella finestra di destra, vedete invece il contenuto della singola cartella selezionata. Questo contenuto
comprende in genere un elenco di file, ciascuno rappresentato attraverso il suo nome e attraverso una
piccola icona.
Naturalmente, quando viene cambiata la cartella selezionata nella colonna di sinistra, cambia il
contenuto visualizzato nella finestra di destra.
Ma come si fa a creare una nuova cartella, e a spostarvi i file che ci interessano?
In un ufficio, se vogliamo raccogliere in maniera ordinata una serie di documenti sparsi possiamo
prendere una cartellina vuota, darle un nome, e inserire poi al suo interno i documenti. Probabilmente, la
cartellina verrà poi conservata in un raccoglitore assieme a altre pratiche dello stesso tipo.
Vogliamo vedere come si compiono le stesse operazioni nel caso di Windows 98? Occorre
innanzitutto partire dalla schermata esplora risorse, con a sinistra l’albero delle directory, e cioè la
struttura di cartelle e sottocartelle già presente. Fra le cartelle presenti ne troverete probabilmente una
denominata ‘Documenti’. Supponiamo di voler creare, all’interno di questa cartella, una sottocartella
denominata ‘Condominio’.
Per farlo, basta selezionare la cartella ‘madre’, e scegliere poi, dal menu ‘File’, la voce ‘Nuovo’, e poi la
voce ‘Cartella’. A questo punto, la nuova cartella compare nella finestra di destra, come sottocartella
della cartella ‘documenti’. Ma ancora non ha il suo nome. Per darglielo, basterà digitarlo alla tastiera.
Non ci resta ora che spostare nella nuova cartella i documenti – e cioè, nel nostro caso, i file – che vi
vogliamo conservare. Per spostare un file, in Windows, basta posizionare il puntatore del mouse sulla
sua icona, nella sezione di destra della finestra esplora risorse. Poi occorre premere e tenere premuto il
pulsante di sinistra del mouse. Mentre il pulsante è premuto, sposteremo il puntatore del mouse
sull’icona della cartella in cui vogliamo spostare il file, che visualizzeremo nella finestra di sinistra del
programma esplora risorse. Se a questo punto rilasciamo il pulsante, il file verrà spostato nella cartella
indicata
Per verificare che il file sia al suo nuovo posto, basterà selezionare la nuova cartella nella finestra
di sinistra, e controllare, in quella di destra, il suo contenuto.
Invece di trascinare un file su un’altra cartella dello stesso disco rigido, possiamo anche trascinarlo
sull’icona del floppy disk, che è in genere contrassegnata dalla lettera ‘A’. In questo caso, anziché
spostare il file, ne faremo una copia sul dischetto: una procedura utilissima per avere una copia di
sicurezza dei nostri dati! Naturalmente, ricordate che occorrerà aver prima inserito un floppy disk nel
lettore!
Creare cartelle e spostare i file sono dunque operazioni assai semplici. Molti utenti di computer tendono,
sbagliando, a accumulare in una sola directory moltissimi documenti eterogenei. È un po’ la stessa cosa
che accumulare in un solo grande raccoglitore tanti fogli sparsi: poi, diventa molto difficile trovare il
singolo documento che ci serve.
Molto meglio, invece, creare più cartelle differenziate, organizzate in una struttura intuitiva e al cui
interno sia facile muoversi. Per fare un esempio, anche solo distinguere le lettere personali da quelle di
lavoro può rivelarsi un grande aiuto!
Per fare ordine, un’altra cosa utile è saper cancellare i file che non servono più. Naturalmente, si tratta di
un’operazione da fare con cautela, e solo con documenti che siamo sicurissimi di non voler conservare.
Cancellare un file è un’operazione semplicissima: basta selezionare la relativa icona, nella finestra di
destra del programma esplora risorse, e premere il tasto ‘Canc’(o ‘Del’) sulla tastiera. Dato che la
cancellazione di un file è un’operazione potenzialmente distruttiva, il sistema operativo ci chiede sempre
una conferma.
E se qualcosa venisse egualmente cancellato per sbaglio? Niente paura: i file cancellati vanno in realtà
nell’equivalente elettronico del… cestino per i rifiuti, che è presente sullo sfondo del desktop, ovvero
della schermata principale di Windows. Fino a quando il cestino non viene svuotato, è sempre possibile
recuperare tutti i file cancellati: basta un doppio click per aprire il cestino, e troveremo il loro elenco.
Per vuotare definitivamente il cestino, occorre un click col pulsante destro del mouse sulla sua
icona. All’interno del menu che si aprirà, dovremo scegliere la voce ‘Svuota cestino’.
Come è facile capire, le procedure che abbiamo appena visto hanno una conseguenza importante
anche per la vostra privacy. Ricordate dunque che cancellare un documento non basta a eliminarlo
definitivamente dal computer, e quindi a sottrarlo da eventuali sguardi indiscreti! Il documento viene
veramente cancellato solo nel momento di svuotare il cestino.
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05-Guasti e problemi: meglio prevenire |
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Chiunque abbia usato anche solo occasionalmente un computer ha probabilmente imparato a non fidarsi
del tutto degli strumenti tecnologici. In effetti, ci sono almeno tre grosse famiglie di ‘guai’ informatici,
che possono mettere in pericolo il nostro lavoro e i nostri dati: i guasti meccanici, i virus e gli errori
umani.
Naturalmente, si tratta di tre tipi di problemi assai diversi fra loro. Un primo tipo di problemi sono i
guasti. Come qualunque macchina, infatti, anche i computer possono guastarsi. E, come qualunque
macchina, hanno la pessima abitudine di guastarsi proprio nel momento nel quale se ne ha più bisogno.
Anche la mancanza improvvisa di corrente, o il blocco improvviso del computer per il malfunzionamento di
qualche programma, possono in un certo senso essere assimilati a questa categoria: certo, non si tratta
di guasti, e nel caso del blocco di sistema quello con il quale abbiamo a che fare è un problema
software, non hardware. Ma in entrambi i casi ci troviamo a fronteggiare un malfunzionamento improvviso
e imprevedibile del sistema, che non dipende dalla nostra volontà o da nostri errori. Un
malfunzionamento che può provocare la perdita di informazioni e di lavoro.
Un secondo tipo di problema sono i virus. Si tratta di programmi potenzialmente distruttivi, che
possono cancellare parte dei nostri dati, o rendere illeggibile il disco rigido. I problemi causati dai virus
riguardano sempre perdita di informazione, e non guasti fisici – i virus, insomma, agiscono sul software,
e non sull’hardware, di un computer. Ma – se non siamo previdenti - possono comunque provocare grossi
guai.
Quanto agli errori umani… sappiamo tutti di cosa si tratti: e cancellare per errore il risultato di ore
e ore di lavoro non è certo un’esperienza piacevole.
Quali sono i possibili rimedi?
Contro i guasti non si può fare molto, anche se naturalmente è buona regola trattare il nostro computer
con una certa cura, e usare una presa schermata, con un filtro in grado di eliminare i picchi di tensione.
Se ne trovano in vendita in ogni buon negozio di materiali elettrici.
Ai rischi della mancanza di corrente si può ovviare con un gruppo di continuità, e cioè un dispositivo
in grado di garantire alcuni minuti di corrente elettrica in caso di mancanza improvvisa di elettricità.
Quanto basta per salvare i nostri dati e spegnere il computer.
Contro i virus, la precauzione migliore è quella di installare un buon antivirus. Sul sito
http://www.tucows.com ce ne sono di tutti i tipi e per tutti i principali sistemi operativi. Ricordate però
che non basta installare un antivirus: occorre anche mantenerlo aggiornato. In genere, l’aggiornamento
può essere effettuato automaticamente attraverso Internet, ed è buona norma compiere
quest’operazione almeno una volta al mese.
Vi suggeriamo poi due precauzioni specifiche. Innanzitutto, se usate un floppy disk che è stato usato
anche da altri, per prima cosa fate sempre un controllo antivirus. In secondo luogo controllate sempre,
prima di aprirli, tutti i file che vi dovessero arrivare come allegati a un messaggio di posta elettronica –
soprattutto se il messaggio proviene da sconosciuti.
Infine, la precauzione più importante di tutte: conservate sempre copie dei vostri dati! Il modo migliore è
quello di usare un programma di backup. Quasi tutti i sistemi operativi ne mettono a disposizione uno.
Per sapere dove trovarlo e come utilizzarlo, potete usare l’help del vostro sistema operativo, cercando le
pagine di istruzioni dedicate alle procedure di backup.
Se avete un masterizzatore, potete creare una copia di backup su CD-ROM. Se avete solo il lettore di
floppy disk, vi conviene effettuare un backup che comprenda solo i dati per voi più importanti: ad
esempio i documenti, e i messaggi di posta elettronica.
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06-I programmi applicativi |
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Il sistema operativo è la cornice, l’ambiente di lavoro attraverso il quale si svolge l’interazione
fra noi e il computer. Se paragoniamo l’hardware di un computer alla struttura fisica di una casa
(muri, pavimento, soffitto, pareti), possiamo dire che il sistema operativo fornisce i servizi di
base che rendono una casa abitabile: luce, acqua, gas, telefono…; manca però ancora
l’arredamento, e – si sa – l’arredamento di una casa dipende fortemente dalle esigenze e dai
gusti di ognuno. Chi legge molti libri avrà bisogno di librerie, un architetto avrà bisogno di un
tavolo da disegno, chi ama la musica vorrà un impianto stereo, per un bambino servirà la stanza
dei giochi, e così via.
Analogamente, al sistema operativo che permette al nostro computer di funzionare dovremo
affiancare i particolari programmi applicativi che corrispondono ai nostri interessi e alle nostre
necessità. Ad esempio programmi per scrivere, per disegnare, per fare calcoli, per ascoltare (e
per fare) musica, per giocare, e così via. Ma quali sono le tipologie principali di questi
programmi?
All’inizio, i più diffusi programmi per computer ricadevano in poche categorie abbastanza
determinate. Proviamo a ricordarle rapidamente.
Innanzitutto, programmi di calcolo di vario genere, utilizzati soprattutto per il lavoro scientifico.
Fra i programmi di calcolo possiamo annoverare anche i cosiddetti fogli elettronici, o
spreadsheet: si tratta dei programmi utilizzati per creare tabelle di dati, in genere numerici,
effettuando automaticamente i relativi calcoli (ad esempio, il calcolo dei totali di una colonna di
dati). Utilizzati all’inizio soprattutto in ambito statistico, i fogli di calcolo hanno ben presto trovato
la loro più diffusa applicazione nella gestione di dati economici e finanziari: dai calcoli degli
stipendi alla contabilità di una ditta, dal bilancio familiare ai listini di prezzi. Ma niente impedisce di
usare i fogli di calcolo per moltissimi altri scopi: dal controllo dei risultati di una competizione
elettorale alle statistiche relative a una partita di calcio.
Figura 1 - due finestre di programma in un sistema operativo a icone: foglio di calcolo
(spreadsheet) e calcolatrice
I fogli elettronici più recenti dispongono anche di sofisticate funzioni per l’analisi dei dati immessi
e per la generazione automatica di grafici e diagrammi di tutti i tipi: grafici a barre, a torta,
istogrammi, grafici di dispersione, e così via. Fra i progenitori di questo tipo di programmi
possiamo ricordare l’ormai dimenticato Visicalc per CP/M e il Lotus 1 2 3 per DOS; il mercato dei
fogli elettronici è ora dominato, da diversi anni, da Microsoft Excel, un potente programma
compreso nel pacchetto Microsoft Office.
Un’altra, diffusissima categoria di programmi per computer presente fin dagli albori
dell’informatica personale è rappresentata dai programmi di videoscrittura, o word processor.
Già i primi programmi di questo tipo permettevano non solo di scrivere, salvare e stampare un
testo, ma anche di modificarlo e correggerlo a volontà; a queste funzioni di base se ne sono col
tempo aggiunte molte altre: la capacità di formattare il testo introducendo corsivi, grassetti e
sottolineati, e di cambiare il tipo di carattere (font) utilizzato e la sua dimensione; la capacità di
allineare il testo non solo a sinistra ma anche a destra, di centrarlo o di giustificarlo; la capacità di
inserirvi immagini, di gestire automaticamente la numerazione delle pagine, di inserire e
numerare automaticamente note a piè di pagina o a fine documento, di cambiare il colore dei
caratteri, di inserire tabelle e grafici, di evidenziare porzioni del testo attraverso riquadri o
ombreggiature, di tenere traccia del lavoro collaborativo di più persone su uno stesso
documento… insomma, i programmi di videoscrittura si sono trasformati col tempo da comodi
sostituti della macchina da scrivere, utili soprattutto per correggere il testo permettendo di
stamparne una versione in ogni momento perfetta e priva di cancellature, in veri e propri
elaboratori di testi, programmi di impaginazione ed editoria personale (personal publishing)
capaci di permettere risultati graficamente sofisticati e altamente professionali. Non a caso,
strumenti di impaginazione assistita dal computer sono ormai da tempo entrati nella prassi di
lavoro delle stesse tipografie.
Figura 2 - Il più diffuso programma di word processing: Microsoft Word
Anche nel campo dei word processor, il dominio della Microsoft – con il programma Microsoft
Word - è pressoché incontrastato; Wordstar, che è stato il primo programma di videoscrittura a
raggiungere una vasta diffusione, ha conservato un bacino di utenti ormai abbastanza limitato,
mentre Word Perfect, della Corel, che soprattutto negli Stati Uniti sembrava poter sfidare il
predominio della Microsoft, ha visto anch’esso sensibilmente ridursi negli ultimi anni la propria
quota di mercato.
Collegabili in qualche misura ai word processor sono i programmi di riconoscimento ottico dei
caratteri, o OCR. Programmi di questo tipo permettono al computer, associato a uno scanner, di
‘leggere’ un testo e acquisirlo in formato elettronico. Il teso così importato potrà essere poi
modificato, stampato, ecc.
Terza categoria ‘storica’ di programmi applicativi è quella dei programmi per la creazione e
gestione di basi di dati, o database. Si tratta di programmi nati principalmente per automatizzare
la gestione di ogni genere di dati organizzati: cataloghi di biblioteche, schedari dei dipendenti di
una ditta, rubriche di indirizzi, collezioni, e così via. Un database è costituito da una collezione di
schede, o record, dalla struttura regolare e organizzata in campi (field). Ad esempio, nel caso di
un indirizzario le schede comprenderanno i dati relativi alle persone comprese nell’indirizzario, e
i campi saranno costituiti ad esempio da nome, cognome, indirizzo e numero di telefono; nel caso
di un catalogo di biblioteca le schede comprenderanno i dati relativi ai singoli libri, e saranno
organizzate in campi quali autore, titolo, casa editrice, anno di pubblicazione, e così via.
I programmi per la gestione di database permettono in genere di creare la scheda più adatta
alle nostre esigenze, definendo numero e tipologia dei relativi campi; di inserire, scheda dopo
scheda, le informazioni relative alla nostra base di dati, e infine di ricercare, all’interno della base
di dati, una scheda o un gruppo di schede utilizzando criteri di ricerca anche complessi. La
ricerca avviene di norma attraverso l’uso di uno specifico linguaggio di ricerca (query language).
Ricordate gli operatori logici, o booleani, dei quali abbiamo parlato a proposito del
funzionamento dell’unità aritmetico-logica all’interno della CPU? Ebbene, proprio quegli
operatori costituiscono un ottimo strumento per formulare ricerche basate su criteri complessi
(ad esempio: ricercare tutti i clienti di una ditta che hanno effettuato acquisti dopo il 1995 e
abitano a Roma o Milano), e quasi tutti i linguaggi di interrogazione permettono di utilizzarli. È
talvolta possibile effettuare anche le cosiddette query by examples, o QBE: in questo caso, la
ricerca avviene riempiendo un modello di scheda analogo a quello utilizzato per l’immissione dei
dati, inserendovi tuttavia, anziché le informazioni relative a un nuovo record, quelle
corrispondenti alle nostre condizioni di ricerca. Ad esempio, il cognome della persona da
individuare all’interno di un indirizzario.
Non vi chiediamo di indovinare quale sia la casa produttrice del programma per la creazione e la
gestione di basi dati più diffuso a livello di personal computer: sarebbe una domanda troppo
facile. Si tratta ovviamente della Microsoft, e il programma in questione è Microsoft Access.
Anche in questo caso, l’azienda di Bill Gates ha progressivamente distanziato la concorrenza,
relegando in secondo piano quello che era stato a lungo (soprattutto con la sua terza versione,
DB III) il programma più diffuso del settore, Dbase. In questo campo, tuttavia, il controllo della
Microsoft non è completo: soprattutto per la gestione di larghe basi dati esistono infatti molti
programmi concorrenti, spesso nati per la gestione di specifiche tipologie di informazione (ad
esempio, cataloghi bibliotecari).
Fogli di calcolo, programmi di videoscrittura e programmi per la gestione di basi di dati hanno
costituito a lungo i tre tipi fondamentali di software applicativo per personal computer, e
vengono tuttora spesso offerti insieme, all’interno di pacchetti completi per la produttività
personale (il più diffuso è il già ricordato Microsoft Office della Microsoft). Ma il panorama del
software disponibile per i nostri PC è ormai assai più complesso e variegato.
Va subito ricordata la vasta categoria dei giochi, certo fra i programmi che hanno tratto maggior
giovamento dallo sviluppo delle caratteristiche grafiche e multimediali dei computer. Proporre
una tipologia dei programmi di gioco e una storia della loro evoluzione, richiederebbe uno spazio
ben maggiore di quello che abbiamo qui a nostra disposizione. Possiamo però ricordare le
classiche categorie degli arcade, giochi d’azione basati su velocità e riflessi, all’interno dei quali
sono compresi i popolari giochi ‘spara e fuggi’; delle simulazioni (di guida, di volo, di gestione
politica o finanziaria…), molte delle quali, assieme a classici quali gli scacchi, rientrano anche
nella categoria dei giochi di strategia; delle adventure, grafiche o testuali; dei giochi educativi, o
edutainment. Ci preme sottolineare che sarebbe un errore sottovalutare l’importanza di questo
tipo di software, o considerarlo unicamente un prodotto ‘di evasione’. Quello dei giochi è il
settore in cui sono state sperimentate per la prima volta alcune fra le tecnologie più innovative
dell’intero campo dell’informatica personale, ed è un settore che si è rivelato decisivo per la
diffusione di massa dei personal computer, in particolare fra bambini e ragazzi.
Sempre legata allo sviluppo delle capacità grafiche di un computer è la vasta categoria dei
programmi di grafica, disegno, fotoritocco. Alcuni di questi programmi sono specializzati nella
generazione e nella gestione di grafica vettoriale, che ha come propria caratteristica quella di
rappresentare l’immagine non attraverso la sua codifica ‘pixel per pixel’, ma attraverso la
composizione di figure geometriche elementari (linee, ellissi, rettangoli…), o comunque di
elementi grafici che possano essere disegnati sullo schermo utilizzando formule matematiche di
generazione. La grafica vettoriale ha il vantaggio di utilizzare assai meno memoria, e di essere
facilmente ridimensionabile (il termine tecnico è ‘scalabile’) senza alcuna perdita di qualità.
Tuttavia, mentre può funzionare egregiamente per realizzare ad esempio il logo di una ditta o
un motivo pubblicitario, ci sono molte situazioni – ad esempio la gestione di immagini fotografiche
e il fotoritocco – per le quali è richiesta la grafica bitmap, basata appunto sulla codifica dei singoli
pixel dell’immagine. Numerosi programmi specializzati – il più famoso è probabilmente
Photoshop della Adobe – mettono a disposizione dell’utente strumenti e filtri potentissimi per la
gestione di immagini di questo tipo. Programmi specializzati esistono poi anche per la
generazione e la modifica di grafica tridimensionale: in questo caso il computer potrà occuparsi
di gestire automaticamente caratteristiche quali l’illuminazione degli oggetti, le capacità
riflettenti di determinate superfici, e così via. Un’ulteriore categoria di programmi grafici che
merita di essere ricordata è infine rappresentata dai programmi per il disegno tecnico, o CAD
(Computer Aided Design): anch’essi hanno ormai raggiunto un altissimo livello di sofisticazione.
Così come esistono programmi per la gestione della grafica, esistono naturalmente anche
numerosi programmi per la gestione dell’audio e della musica. Innanzitutto, programmi destinati
alla registrazione dei suoni e alla loro riproduzione; molti di questi programmi sono in grado di
riconoscere diversi formati audio: dal formato wave (i file relativi hanno di norma l’estensione
.wav), quello utilizzato nei CD musicali, a formati compressi come l’MP3, che garantisce
un’ottima qualità sonora con un basso impiego di memoria e che ha conosciuto negli ultimi anni
una fortuna crescente.
Accanto ai software di registrazione e riproduzione esistono poi numerosi programmi di uso
specialistico: programmi di composizione, in grado di gestire una vera e propria libreria di
strumenti virtuali e di utilizzarli per composizioni musicali complesse; sintetizzatori, mixer e
sequencer audio, utilizzabili per creare e organizzare piste sonore indipendenti, e così via.
Collegati in qualche modo col mondo dei suoni sono anche i programmi di riconoscimento vocale,
che cercano di ‘riconoscere’ il linguaggio parlato (di norma inviato al computer attraverso un
microfono collegato a una scheda di acquisizione audio), identificando le parole e i comandi
pronunciati dall’utente. Possono essere utilizzati, ad esempio, per dettare al computer dei testi,
e come alternativa all’interfaccia rappresentata dalla tastiera o dal mouse. Le capacità di
riconoscimento del parlato – soprattutto del parlato continuo – che caratterizzano questi
programmi, pur essendo migliorate in maniera sorprendente negli ultimi anni, sono comunque
ancora ben lontane dall’essere ottimali.
In qualche misura speculari rispetto ai programmi di riconoscimento vocale sono i programmi di
sintesi vocale, che simulano il suono di una voce umana e permettono al computer di formulare
‘a voce alta’ parole e frasi (ad esempio leggendo dei testi) attraverso l’uscita audio fornita dalla
scheda sonora.
Programmi di acquisizione, riproduzione e montaggio sono anche disponibili per il video. Il
Windows Media Player di casa Microsoft, fornito di serie nelle ultime versioni di Windows, e il
Quicktime Player della Apple, disponibile sia per il mondo Macintosh, sia per il mondo Windows,
sono due diffusi programmi di riproduzione video. Parlando di Internet accenneremo anche allo
streaming audio e video, che permette di ricevere suoni e filmati, fortemente compressi,
attraverso la rete, sotto forma di un flusso continuo di dati che può essere riprodotto man mano
che viene ricevuto. Il Real Player della Real è uno dei più diffusi programmi di questo genere.
Per il montaggio video, assai diffuso e potente è il programma Premiere della Adobe, mentre
iniziano ormai ad essere disponibili anche per personal computer prodotti capaci di emulare
strumenti di montaggio video professionali, come il sistema AVID.
Un’altra categoria di programmi che ha acquisito negli ultimi anni un particolare rilievo è
rappresentata dagli strumenti (authoring tools) per l’editoria multimediale. Ricordiamo, fra i più
noti, Director della Macromedia e Toolbook della Asymetrix (quest’ultimo, destinato soprattutto
alla creazione di contenuti multimediali per la didattica). Strumenti di questo genere permettono
ad esempio di ‘fondere’ testo, immagini, suoni, filmati, in prodotti quali un CD-ROM interattivo.
Con l’esplosione del fenomeno Internet, moltissime tipologie di programmi (in pratica, tutte
quelle finora ricordate) hanno acquistato funzionalità ‘orientate alla rete’: capacità di produrre
contenuti ottimizzati per la distribuzione attraverso Internet, gestione diretta della
‘pubblicazione’ in rete dei contenuti creati, e così via. Nel contempo sono ovviamente nate
moltissime tipologie di software specificamente destinate alla rete: programmi per la
navigazione su World Wide Web (i cosiddetti browser), di gestione della posta elettronica, di
trasferimento dei file, e così via. Ne parleremo in dettaglio in uno dei nostri prossimi corsi. In un
altro dei corsi in programma, dedicato alla didattica, ci soffermeremo invece su un’altra
importante tipologia di programmi, quella rappresentata dai programmi di presentazione video.
La rapida rassegna che avete appena letto non esaurisce, naturalmente, le moltissime tipologie
di programmi disponibili. Praticamente ogni settore o attività professionale, dall’architettura
all’arredamento, dall’editoria alla finanza, utilizza ormai ampiamente strumenti software
specifici, che non è qui possibile elencare neanche in maniera sommaria. Programmi specifici
sono anche disponibili per la didattica di moltissime discipline, dalle lingue straniere alla
matematica, dalla storia alla fisica.
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07- Primi Passi con il Computer |
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Avviare Spegnere e Riavviare il computer
Per avviarlo basta spingere il pulsante sulla parte anteriore del case, (di solito POWER), per dare alimentazione
al computer e premere il pulsante sul monitor per dare alimentazione al monitor. Acceso il computer apparirà
sullo schermo il desktop.
Per chiudere correttamente il computer occorre cliccare sul pulsante Start posto sulla barra delle applicazioni,
selezionare la voce Chiudi Sessione e confermare (Arresta il sistema) con OK.
Per i processori di nuova generazione non bisogna spingere il tasto POWER in quanto l’alimentazione viene tolta
in maniera automatica. Ricordati sempre di spegnere il computer con la procedura indicata in quanto chiuderlo
direttamente con il pulsante POWER può creare danni alla memoria ed ai dati. Qualora il computer non venisse
spento in maniera corretta al riavvio del sistema si dovrà attendere la verifica dell’integrità del disco fisso, che
avviene automaticamente grazie ad un particolare programma d’utilità chiamato ScanDisk.
Riavviare il sistema può essere necessario per aggiornare l’istallazione di nuovi programmi o di nuovo hardware,
o nel caso in cui il computer ha delle anomalie. Ci sono diversi metodi per riavviare il computer, il primo è
identico alla procedura di spegnimento del computer con l’unica differenza che nella finestra di dialogo finale
occorre selezionare Riavvia il sistema.
Un altro modo è quello di usare la combinazione di tasti CTRL + ALT + CANC per due volte consecutive. L’ultimo
modo è quello di usare il tasto RESET posto sul case vicino al tasto POWER
Il desktop
Non è altro che la nostra scrivania virtuale che ci permette di interagire con la macchina. E’ dove abbiamo a
disposizione tutti gli strumenti di cui abbiamo bisogno per poter lavorare con il computer. E’ possibile
personalizzarla in modo che ognuno abbia a portata di mano i programmi che utilizza più di frequente e
modificarne le impostazioni, quali ad esempio l’aspetto, e lo sfondo.
(Desktop)
La barra delle applicazioni
E’ visualizzata nella parte inferiore dello schermo e contiene il pulsante Start che consente di avviare
rapidamente un programma e accedere a tutta una serie di funzioni e utilità del sistema, come ad esempio
cercare un file e visualizzare la Guida in linea.
Inoltre ci offre la possibilità di appoggiare temporaneamente un programma o una finestra in uso per poi riaprirla
in un momento successivo.
(barra delle applicazioni)
L’uso del mouse
Il mouse in Windows ci permette di azionare comandi, pulsanti, aprire programmi o file, effettuare operazioni per
trascinamento.
Attraverso il Pannello di Controllo (Start > Impostazioni) possiamo verificare le proprietà del mouse e soprattutto
capire l’uso del tasto sinistro e del tasto destro.
Il tasto sinistro con 1 clic > seleziona
con 1 clic tenuto premuto > trascina
con 2 clic > apre
Il tasto destro con 1 clic èaziona il menù di scelta rapida
con 1 clic tenuto premuto > trascina speciale
Menu di scelta rapida
È possibile fare clic su un oggetto con il pulsante destro del mouse e visualizzare un menu di scelta rapida. Il
menu contiene dei comandi comuni relativi all'oggetto scelto.
Le icone, i file, le cartelle, i programmi
Windows in quanto sistema operativo ad interfaccia grafica rappresenta programmi, file, cartelle e unità
periferiche, attraverso icone:
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Icona del lettore di Floppy disk
Icona del disco rigido (C:)
Icona del lettore CD-ROM (D:)
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Icone di collegamento a Programmi
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Icone che rappresentano cartelle
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Icone che rappresentano file
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Per quanto riguarda i file, questi avranno sempre un nome (ad es. prova) separato con un punto dall’estensione
del file (.doc .xls .mdb ecc.).
Il nome identifica il file,mentre all’estensione è associato il programma utilizzato per aprire quel file.
Con un doppio clic con il tasto sinistro del mouse, Windows, lancerà in esecuzione l'applicativo con cui è stato
creato il file, e visualizzerà automaticamente il contenuto del file stesso. Ecco alcune delle estensioni più
comuni:
.doc (document) > documento di testo creato con Microsoft Word;
.txt (text) > documento di testo generico creato con l'applicativo Blocco Note;
.xls (Excel) > foglio di calcolo creato con Microsoft Excel;
.mdb (Database) > base di dati creato con Microsoft Access;
.ppt (presentazione) > presentazione creata con Power Point;
.htm (pagina internet) > creata con il linguaggio HTML
.exe (executive) = rappresenta il file eseguibile di un programma;
.dat (data) = rappresenta un file contenente dati (informazioni) per un applicativo;
.sys (system) = file di sistema di Windows o di un applicativo; dentro il file sono contenute informazioni (dati)
per un applicativo o un programma;
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08-Lavorare con finestre e icone |
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Riconoscere le varie parti di una finestra sul Desktop
Le finestre di Windows presentano una struttura e delle caratteristiche comuni. Sono tutte strutturate per offrire i
comandi e le informazioni essenziali attraverso delle apposite barre. La barra del titolo riporta il nome della
cartella aperta, è di un colore più intenso quando vi si opera dentro, è l'unico punto in cui, attraverso il
trascinamento (Drag & Drop), è possibile spostare la finestra. Immediatamente sotto la barra dei titolo sono
situate la barra dei menu e la barra degli strumenti che mettono a disposizione dell'utente i comandi necessari
e d'uso frequente.
Nel menu Visualizza e nel sottomenu Barra degli strumenti è possibile decidere quali barre rendere visibili scegliendo, magari, altre barre come, ad esempio,
la barra degli indirizzi o la barra di stato. Quest'ultima, in particolare, fornisce immediate informazioni su ciò che si è selezionato all'interno della finestra, ad
esempio, la dimensione in byte. All'interno delle finestre, sul lato destro e inferiore, ci sono le barre di scorrimento che permettono di visualizzare tutto il
contenuto della finestra senza doverla aprire completamente. La barra può essere catturata e trascinata nella direzione scelta, con il Drag & Drop, oppure si
possono utilizzare i tasti freccia posti alle estremità della barra.
Sul Desktop, in basso, c'è la barra delle applicazioni, quella dove si trova il tasto Avvio o Start: in questa barra si trova l'elenco delle applicazioni in uso in
quel momento; all'estrema sinistra, vicino all'orologio, sono presenti le icone relative alle applicazioni cd. residenti, quelle applicazioni, cioè, che si attivano
automaticamente alla partenza dei sistema operativo.
Sapere come ridurre, ampliare e chiudere una finestra sul Desktop
Nella barra dei titolo, all'estrema destra, sono presenti i pulsanti principali di gestione delle finestre:
Il primo, al clic sinistro dei mouse, riduce la finestra a icona sulla barra delle applicazioni. Un ulteriore clic sull’icona ora presente sulla barra delle applicazioni,
la riapre. Ingrandisci Ripristina permette, sempre con un clic, di aprire a tutto schermo la finestra e di ripristinarne le dimensioni con un ulteriore clic. L’icona,
sul pulsante, cambia per indicare quale delle due funzioni è pronta ad eseguire al clic dei mouse. Il pulsante Chiudi è raffigurato con la X ed è destinato a
chiudere, a tutti gli effetti, la finestra. Mentre gli altri due pulsanti sono solo nelle cartelle ed applicazioni di Windows, Chiudi è onnipresente, si usa anche per
abbattere le finestre di dialogo di Windows. Sulla barra titolo, a sinistra del nome, è visibile l'icona della cartella, cliccando una volta, col tasto sinistro dei
mouse, si apre un menu contenente i seguenti comandi:
Ripristina; - Sposta; - Ridimensiona; - Riduci a icona; - Ingrandisci; - Chiudi.
Portando il puntatore dei mouse sul bordo della finestra si ottiene la modifica dei suo aspetto, associandolo al Drag & Drop è possibile ridimensionare la
finestra nel verso desiderato. Il puntatore si trasforma in una doppia freccia verticale, sul bordo superiore ed inferiore, mentre è orizzontale sugli altri due lati.
Negli angoli, inoltre, assume la forma obliqua e permette il ridimensionamento in entrambi i versi.
Riconoscere le varie parti della finestra di un'applicazione. Spostare le finestre sul Desktop
Tutte le applicazioni studiate e sviluppate per l'ambiente Windows ne rispettano le caratteri e essenziali, così la stessa struttura della finestra di Windows è
presa in prestito quando si lancia l'applicativo. La logica che sta alla base è che non è necessario memorizzare altri comandi o icone, perché già familiari,
rendendone l'accesso e l'uso facilitato.
Le barre, quindi, che abbiamo incontrato in ogni finestra di Windows implicitamente ci offrono aiuto anche in circostanze diverse da quelle della gestione di
file e cartelle. Lo spostamento delle finestre sul Desktop avviene con il Drag & Drop: con questa tecnica è possibile catturare la barra dei titolo che in questo
caso fa un po' da maniglia, e rilasciare in un altro punto del Desktop.
Ridurre, ampliare e chiudere le finestre di un'applicazione. Passare da finestra aperta ad un'altra
Il Desktop è una superficie ridotta e già la presenza di due finestre aperte contemporaneamente ne occupa gran parte rendendo tutte le operazioni molto
difficili; è necessario se non consigliabile, gestire le finestre direttamente dalla barra delle applicazioni.
Con un clic destro, su una zona libera, della barra delle applicazioni, si ottiene l'apertura di un menu che contiene, tra i tanti, alcuni comandi utili:
Sovrapponi le finestre
Affianca le finestre orizzontalmente
Affianca le finestre verticalmente
Riduci a icona tutte le finestre
I primi tre agiscono sulla disposizione delle finestre presenti sul Desktop; l'ultimo, invece permette di ridurre a icona, in un comando solo, tutte le finestre
aperte. Siccome uno dei problemi più comuni è gestire varie finestre insieme, è utile ricorrere anche alle Proprietà della barra delle applicazioni per trovare
una soluzione. Ad ogni finestra aperta corrisponde un pulsante sulla barra delle applicazioni, cliccando su uno di questi tasti si porta in primo piano la
corrispondente finestra. Attraverso questa operazione è possibile avere a portata di mouse la finestra che cerchiamo anche quando questa non è visibile.
Infatti, quando è parzialmente visibile, basta solo clic in un punto qualsiasi della finestra per porla in primo piano rispetto alle altre.
Lavorare con le icone
Le icone sul dekstop o allo stesso modo all’interno di finestre possono essere selezionate con un clic sinistro del mouse. Possono essere trascinate tenendo il
pulsante sinistro del mouse premuto. Si ha la possibilità di selezionare più icone tenendo premuto il tasto CRTL della tastiera e contemporaneamente il tasto
sinistro del mouse. Una volta selezionate possono essere trascinate in blocco.
Vediamo alcune icone fondamentali:
Risorse del computer
Attraverso tale icona posta sul dekstop si accede alle memorie di massa presenti sul computer oltre alle Stampanti, al Pannello di Controllo necessario per la
gestione e manutenzione del sistema ed all’icona di Accesso Remoto per creare connessioni in internet
Il Cestino
E’ una porzione dell’hard disk utilizzata dall’utente per eliminare file o cartelle che non hanno più utilità. Se “buttiamo” qualcosa nel Cestino è possibile
recuperarla aprendo la finestra del Cestino (doppio clic sull’icona), selezionando il file o la cartella che vogliamo ripristinare (un clic sull’icona) e azionando il
menù File > Ripristina.
E’ necessario periodicamente svuotare il cestino del suo contenuto per evitare di occupare troppo spazio sull’hard disk; per fare questo aprire il Cestino con
un doppio clic con il tasto sinistro del mouse e selezionare dal menù File è Svuota Cestino
Il Pannello di Controllo
Attraverso il Pannello di Controllo (StartèImpostazioni) possiamo modificare le caratteristiche del dekstop con doppio clic sull’icona Schermo; oppure
possiamo cliccare con il tasto destro del mouse in un punto vuoto del dekstop e selezionare il comando Proprietà.
Si aprirà la finestra Proprietà con le linguette di scelta.
Sfondo:
con questo pannello si andrà a cambiare il colore di fondo del desktop. È possibile dare un colore diverso da quello predefinito, caricare un'immagine o
addirittura una pagina web. Basta scegliere dall'elenco o cercare sul proprio Disco Rigido tramite il pulsante Sfoglia.
Screen Saver
Lo Screen Saver o salva schermo è un'animazione che preserva lo schermo quando il computer è inattivo.
Aspetto
E’ possibile cambiare tutti i colori delle barre, dei testi, delle finestre che andremo ad utilizzare con Windows. È anche possibile cambiare il tipo e la
dimensione dei caratteri usati nei menu e nelle barre dei titoli della finestre.
Effetti
Da questo pannello è possibile scegliere effetti visivi che conferiscono a Windows un aspetto particolare.
Web
Tramite questa finestra di scelta è possibile visualizzare il Desktop come una pagina web e quindi anche con le caratteristiche tecniche della stessa.
Impostazioni
Da questa finestra è possibile impostare i colori da visualizzare con Windows 98 e la risoluzione in pixel dello schermo.
Sempre attraverso il Pannello di controllo abbiamo la possibilità di scegliere dei Temi del Dekstop; si può modificare lo sfondo, lo screen saver, il puntatore
del mouse, le icone, i colori, lo stile e le dimensione dei caratteri, oltre gli eventi sonori, secondo dei temi predefiniti da Windows
Disponi Icone
La disposizione delle icone sul desktop (o allo stesso modo all’interno di una cartella) è una personalizzazione importante dello stesso in quanto consente di
separare le icone e di raggrupparle in gruppi omogenei d'appartenenza.
Fare clic col tasto destro del mouse in una zona vuota del desktop e posizionarsi su Disponi Icone. Si aprirà un secondo menu di contesto dal quale si potrà
scegliere di raggruppare le icone in cinque metodi diversi.
Suggerimento:
Fare alcune prove per rendersi conto delle diverse disposizioni possibili.
Se si visualizzano i dettagli è anche possibile ordinare gli oggetti per nome, dimensioni, data e tipo, a seconda della modalità di visualizzazione. Ad esempio,
per ordinare i files per dimensione fare clic sull'etichetta della colonna corrispondente; un ulteriore clic effettuerà un ordinamento decrescente anziché
crescente.
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09-Creare un collegamento |
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I collegamenti sono file di dimensioni molto ridotte che fanno riferimento ad applicazioni installate nel sistema.
La prima è il file eseguibile (.exe) di Microsoft Word mentre il secondo è un collegamento a tale file eseguibile.
Riconoscere i collegamenti è facile: sull'icona-collegamento compare una piccola freccia.
I collegamenti possono riferirsi non solo a programmi (file eseguibili) ma anche ad intere cartelle o a file di testo, immagini, etc....
Di norma si tengono sul desktop i collegamenti ai programmi o alle cartelle per evitare di danneggiarli o eliminarli accidentalmente.
Esistono diversi modi di creare un collegamento:
Fare clic sull’icona a cui si desidera creare un collegamento.
. Scegliere Crea collegamento dal menu File.
Trascinare l'icona del collegamento sul desktop e rilasciare il tasto del mouse.
Fare clic col tasto destro sull'oggetto, programma, cartella o stampante a cui si desidera creare un collegamento.
Scegliere Crea collegamento dal menu di contesto conseguente.
Trascinare l'icona del collegamento sul desktop e rilasciare il tasto del mouse.
Tenendo premuto il tasto destro del mouse trascinare l'icona sul desktop e dal menu di contesto scegliere Crea Collegamento.
Per eliminare un collegamento, trascinarlo nel Cestino o selezionarlo e premere il tasto CANC sulla tastiera. L'oggetto originale continuerà ad essere presente
sul disco in cui è memorizzato.
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10-Personalizzare la barra delle applicazioni |
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Selezionare Barra delle applicazioni dal menù Avvio è Impostazioni
Nella scheda Opzioni della barra delle applicazioni oppure Applicazioni del menu Avvio, effettuare le modifiche necessarie.
Attraverso questa finestra di dialogo abbiamo la possibilità di lasciare sempre in primo piano la barra delle applicazioni o scegliere di nasconderla quando
stiamo utilizzando altre applicazioni. Inoltre possiamo scegliere la grandezza delle icone e se avere o meno l’orologio.
Attraverso tale finestra di dialogo possiamo personalizzare il menù Avvio aggiungendo o rimovendo oggetti. Inoltre possiamo eliminare dal Menù dati recenti
gli ultimi file utilizzati; questo non significa rimuovere materialmente i file ma solo cancellare la cronologia degli ultimi file utilizzati.
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11-Organizzare i file |
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La struttura di base delle directory e cartelle in un computer
In Windows le directory di MS?DOS sono chiamate Cartelle, l'icona stessa raffigura una di quelle cartelline che è possibile incontrare sulle scrivanie d'ogni
ufficio. Le cartelle sono veri e propri contenitori in cui è possibile memorizzare file o, eventualmente, altre cartelle (le cd. sotto cartelle).
Per gestire cartelle e file in modo semplice è necessario che l'utente sappia organizzare, le memorie secondarie disponibili, una struttura ad albero composta
da cartelle logicamente ordinate. La rappresentazione grafica di un insieme di cartelle sottocartelle e file è definita struttura ad albero perché partendo da una
cartella radice ci si può spostare di cartella in cartella spostandosi lungo i rami della struttura.
Per visualizzare tale struttura ad albero ciccare su Start > Programmi > Esplora Risorse
In questo modo si può rappresentare il contenuto di un intero hard disk, di un CD-rom o di un floppy disk.
Creare una directory e una sub directory
Per creare una nuova cartella sul Desktop si deve seguire questa procedura:
- cliccare con il pulsante destro del mouse in un punto vuoto del Desktop;
- selezionare dal menu che appare la voce Nuovo e, dal relativo sottomenu, la voce Cartella.
Apparirà l'icona corrispondente alle cartelle di Windows e sotto la didascalia Nuova cartella in evidenza perché sovrascrivibile e con il cursore d'inserimento
testo lampeggiante per permettere di rinominarla digitando il nome dalla tastiera.
A questo punto la cartella è pronta a svolgere il suo compito di contenitore; all'interno della cartella si accede con un doppio clic del tasto sinistro dei mouse
sull’icona. Una volta entrati nella nuova cartella si nota, in alto, la barra dei menu e la barra degli strumenti. Un’eventuale sotto cartella si crea semplicemente
cliccando con il tasto sinistro del mouse all'interno vi è il sottomenu Nuovo e si sceglie il comando Cartella nel sottomenù che si apre; la procedura prosegue
così come per la creazione della cartella sul Desktop.
Abbiamo così creato una cartella sul Desktop ed una sotto?cartella al suo interno. La creazione di cartelle segue sempre queste regole, si può ricorrere al
menu File, della Barra dei menu delle finestre di Windows, oppure all’elenco che appare quando si clicca con il tasto destro dei mouse sul Desktop o nelle
cartelle; la stessa procedura deve essere eseguita anche per creare cartelle all'interno delle unità floppy.
Esaminare una cartella. Verificare le sue proprietà: nome, tipo, dimensione, data di creazione e di aggiornamento
All'interno delle cartelle di Windows è possibile reperire molte informazioni sui file e sulle eventuali sotto?cartelle: è necessario sapere solo dove leggere o
cliccare.
Nella modalità di visualizzazione Come pagina Web, reperire queste informazioni è ancora più semplice ed evidente in quanto vi è un'area, a sinistra della
finestra che mostra il contenuto della cartella. Selezionando un oggetto, file o cartella, in questa determinata zona appaiono le relative informazioni: nome con
estensione, tipo di file, data dell'ultima modifica, dimensione espressa in byte o suoi multipli, attributi ed in alcuni casi, anche un'anteprima.
Cliccando, con il tasto sinistro dei mouse, sulla parola Attributi si apre un’altra finestra, chiamata Proprietà, relativa al file selezionato in cui sono riassunte le
caratteristiche. Il numero degli oggetti selezionati e la dimensione degli stessi invece, facilmente verificabili sulla barra di stato che si trova sul margine inferiore
della finestra.
Per ottenere la visualizzazione Dettagli è sufficiente aprire il menu Visualizza e selezionare l'opzione desiderata: gli oggetti si disporranno mostrando tutte le
relative proprietà semplicemente scorrendo la barra orizzontale.
Per verificare le proprietà di un file vale quanto detto per le cartelle tenendo presente però, che è possibile conoscere le proprietà anche solo facendo un clic
con il destro dei mouse sull'oggetto, file o, cartella, selezionando dal menu l'opzione Proprietà.
Rinominare file e directory
Ogni file è caratterizzato dall'icona dei programma con il quale è stato generato e dall'estensione associata, ereditata dal DOS. E’ possibile modificare il nome
ma non l'estensione, altrimenti il file non sarà leggibile. Cliccando con il tasto destro dei mouse sull’icona del file, si apre un menu che presenta diverse opzioni.
Nell’elenco che appare si deve scegliere il comando Rinomina per aver accesso alla zona dei nome dei file che è al di sotto dell’icona. Il vecchio nome è
evidenziato ed è sufficiente digitare il nuovo, seguito dalla pressione dei tasto Invio per confermare la variazione ed attribuire un nome diverso ad un file già
esistente. Il comando Rinomina si usa anche per le cartelle ed è disponibile anche dal menu File, solo dopo aver selezionato un file o una cartella.
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12-Copiare, spostare e cancellare |
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Selezionare un file a sé stante o come parte di un gruppo di file
La selezione degli oggetti, file o cartelle, avviene sempre allo stesso modo: un clic per azionare solo un oggetto; un clic associato alla pressione dei tasto
CTRL su ogni icona la selezione di più oggetti. Nel menu Modifica sono presenti i comandi Seleziona e Inverti selezione che vengono in soccorso nei casi in
cui gli oggetti sono numerosi.
Copiare e incollare file nelle cartelle per fare dei duplicati
Utilizzando il Drag & Drop (trascinamento) è possibile, senza dover utilizzare alcun comando, catturare l’icon dei file o della cartella semplicemente
cliccandoci sopra con il tasto sinistro del mouse, senza rilasciare il tasto, trascinare l'oggetto nella nuova destinazione ottenendo lo spostamento. Durante
questa procedura se si tiene premuto il tasto CTRL si otterrà la copia; la differenza tra le due operazioni è che lo spostamento trasferisce il file per copiarlo in
un'altra destinazione; la funzione copia, invece, crea una copia dei file lasciando inalterata quella originale; al termine della operazione sì avranno, quindi, due
copie dello stesso file.
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(Taglia o spostamento) |
(Copia o Riproduzione) |
Per spostare o copiare un file da un dischetto ad un altro è sufficiente seguire questa procedura:
- inserire il disco che contiene il file nel lettore;
- aprire la finestra con un doppio clic sull'icona dei floppy;
- catturare il file con il Drag & Drop e trascinare la selezione sul Desktop in un'area libera
- sostituire il disco con quello di destinazione;
- catturare nuovamente il file coi Drag & Drop e trascinare la selezione sull’icona dei floppy.
Con la stessa tecnica, è possibile spostare i file in una cartella all'interno dei floppy
Fare copie di backup su dischetto
La conoscenza delle tecniche di backup è essenziale per la gestione dei documenti; la perdita di un elaborato che è costato molte ore di lavoro può portare
chiunque ad avere grossi problemi; è buona norma, quindi, effettuare costantemente il backup dei datì, in altre parole fare copie di sicurezza dei documenti
importanti. La prima domanda da porsi prima di effettuare il backup è: dove conservare le copie dati? La regola fondamentale da seguire è: non conservare
mai le copie di sicurezza dei dati nella stessa unità di memorizzazione in cui si trova il file originale. Per comprendere la ragione di questa regola occorre
considerare che nella maggior parte dei casi la perdita del lavoro è dovuta ad un'infezione da virus informatico che può rendere necessaria la formattazione
dei disco fisso e la conseguente reínstallazione dei sistema operativo e di tutti i programmi necessari; se le copie di sicurezza fossero sullo stesso disco rigido
andrebbero perse insieme agli originali. La copia di un file di piccole dimensioni è facilmente memorizzabile in unità estraíbili come il floppy disk a condizione
che il file non sia di dimensioni superiori alla capacità massima del dischetto, vale a dire 1,44 MB; per dati di dimensioni maggiori, invece, si può ricorre a
diversi tipi di supporti come unità a nastro, un altro hard disk (meglio se rimovibile particolari CD?rom (se si dispone di un masterízzatore). La copia sui
supporti si esegue con l'aiuto di comandi come Taglia Copia e Incolla.
Tutto è più semplice, però, se si utilizza un software fornito da Windows, chiamato proprio Backup. Per accedere a questo programma si deve partire da
Avvio, Programmi, Accessori Utilità di sistema, Backup. Il programma Microsoft Backup si presenta, per ínterfaccia e comandi, in un modo molto simile a
quello di Esplora risorse; la finestra, in altre parole, è divisa in due parti per permettere di selezionare le cartelle a sinistra, nella struttura ad albero delle risorse
dei computer, e a destra i file oggetto dei backup che appaiono per effetto della selezione. L’effettiva scelta dei file da copiare avviene soltanto spuntando le
caselle poste accanto al nome dei file; si procede, poi, cliccando coi tasto sinistro del mouse sul pulsante Avanti che si attiva solo successivamente alla
selezione dei file. Nella fase successiva l'utente deve selezionare la destinazione, deve cioè indicare al computer dove memorizzare la copia di sicurezza
Selezionata la destinazione, di solito il floppy disk a meno che non si abbiano a disposizione altri dispositivi, si clicca sul tasto Inizia il backup che consente di
dare un nome diverso al set di backup, ed eventualmente una password per proteggere i dati. Al termine dell'operazione appare una finestra che permette di
confermare l'avvenuta copia dei set di backup, con un clic dei tasto sinistro del mouse. aI termine di questa procedura abbiamo una copia di sicurezza dei
dati, memorizzati in un floppy; nell'ipotesi di un'accidentale perdita dei file originale è possibile recuperare il file con una operazione di Ripristino. Questa
procedura segue all'inverso gli stessi passi di quella di backup in quanto realizza il passaggio dall'unità di memorizzazione all'hard disk. Il programma permette
anche di poter confrontare, per sicurezza, il contenuto dei file presenti sull'hard disk con quelli presenti nel set di backup, attraverso la terza procedura
chiamata Confronta.
Usare i comandi Taglia e Incolla per spostare file dentro directory
I comandi più impiegati per spostare e copiare i file sono: Taglia, Copia e Incolla. Questi tre comandi sono tutti a portata di mouse e si trovano:
1. all'interno della barra dei menu, alla voce Modifica;
2. nella barra degli strumenti;
3. nel menu contestuale che appare cliccando con il tasto destro dei mouse sulle icone.
Selezionato un file, o eventualmente dei file, si può scegliere il comando in uno dei modi indicati. Il comando Taglia serve per spostare il file selezionato, il
comando Copia serve se si vuole fare una copia; entrambi i comandi sono utilizzati insieme al comando Incolla che incolla, la selezione nella nuova
destinazione che può essere un'altra cartella in un punto diverso della struttura ad albero oppure in un'altra unità, come ad esempio, il floppy disk. Occorre
sapere che l'operazione Taglia e incolla cancella sempre il file o la cartella dal punto in cui si trovano.
I comandi citati permettono di gestire in modo molto semplice file e cartelle; una maggiore efficienza si può raggiungere utilizzando questi comandi all'interno
di Esplora risorse che offre un'ampia panoramica delle risorse dei computer.
Cancellare file da una o più directory o cartelle
L’eliminazione di uno o più file è un'operazione che può avere conseguenze irreparabili ed occorre molta cautela nell'effettuarla. In Windows, però, è
possibile recuperare i file cancellati in quanto il sistema operativo prevede la temporanea archiviazione dei file o delle cartelle in una speciale porzione
dell'hard disk: il Cestino. E’ importante sapere, però, che questa possibilità non esiste nella ipotesi in cui i file, o il file, da cancellare siano nel floppy; in
questo caso è necessario essere sicuri dell'inutilità dei file per non perdere definitivamente il proprio lavoro.
In Windows il comando Elimina, come Taglia Copia ed Incolla, è reperibile in più punti il primo è nel menu contestuale che si apre cliccando con il tasto
destro del mouse il secondo è sulla barra degli strumenti, il terzo è nel menu File.
Per cancellare il file si deve prima selezionarlo con un clic del mouse e poi scegliere il comando in uno dei modi indicati. Prima di cancellare il file Windows
chiede all'utente di confermare l'operazione attraverso ultima finestra di dialogo nella quale si dovrà cliccare sul tasto Si. Un file o una cartella può essere
eliminato ricorrendo al Drag & Drop, trascinando l'oggetto selezionato sull'icona dei cestino situata sul Desktop.
Una procedura più rapida permette di cancellare file presenti in più cartelle e consiste nell’aprire da Avvio il sottomenu Programmi e da questo sottomenu
accedere a Esplora risorse; in questo modo è possibile accedere alla struttura ad albero dell'hard disk ed operare la scelta dei file e delle cartelle da
cancellare. La struttura di Esplora risorse permette, infatti, di visualizzare, nella parte sinistra della finestra, l'albero di cartelle attraverso la quale è possibile
sfogliare le risorse dei computer per scegliere file cartelle da eliminare; mentre nell'area a destra è possibile visualizzare il contenuto della cartella che si è
selezionata ed eventualmente cancellarne parte dei contenuto.
La vera eliminazione di file o cartelle, comunque, avviene solo dopo aver svuotato il cestino con il relativo comando reperibile nel menu cui si accede
cliccando con sull'icona del cestino. Un altro metodo cui si può ricorrere consiste nel premere il tasto SHIFT e contestualmente, il comando Elimina: in questo
caso il file viene direttamente cancellato e non trasferito nel cestino; la stessa procedura può essere utilizzata per Cancellare directory o cartelle.
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13-Cercare |
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Usare lo strumento Trova per localizzare un file o una cartella
Uno strumento davvero indispensabile di Windows è il Trova che permette all'utente di chiedere al computer di cercare determinati file presenti nelle sue
memorie; per accedere a questo strumento si deve cliccare su Avvio, Trova e File o cartelle.
La ricerca può essere effettuata sia sui file contenuti nell'hard disk che su floppy o CD-ROM; negli ultimi casi occorre selezionare l'unità nella finestra Cerca in
o sceglierla utilizzando il pulsante Sfoglia.
La finestra di dialogo mostra un'ulteriore utile opzione che si seleziona spuntando la apposita casella: Ricerca nelle sottocartelle; questa opzione serve per far
cercare il file al computer partendo da una cartella determinata includendo tutte le sotto cartelle che derivano da questa, selezionando la cartella radice il
computer effettuerà la ricerca in tutto l'hard disk.
La ricerca, anzi l'indicazione dei parametri della ricerca, avviene tramite una finestra di dialogo nella quale l'utente deve indicare il nome dei file da cercare e le
directory in quale cercarlo. Il sistema agevola l'utente permettendo di cercare un file anche senza conoscerne l'intero nome, in questo caso è possibile
ricorrere ai cd. caratteri jolly che sostituiscono i caratteri sconosciuti. I caratteri jolly utilizzabili sono * e ?: il primo sostituisce uno o più caratteri ignoti, il
secondo, invece. uno solo
Cercare un file per nome, data dì creazione, tipo, cartella
Se l'utente non conosce il nome dei file può cercare, associando il comando Trova ai caratteri jolly, tutti i file che abbiano la stessa estensione; una funzione
più avanzata permette di rintracciare un file anche in base ad un determinato testo che si presuppone contenuto al suo interno, alla dimensione o alla data di
creazione.
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